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venerdì 29 aprile 2011

Santuario, 500 anni fa la prima processione

Castelleone si appresta a celebrare il quinto centenario dell’apparizione di Maria Vergine a Domenica Zanenga. L’11 maggio, come vuole la tradizione, i castelleonesi raggiungeranno il Santuario della Misericordia partendo dalla chiesa parrocchiale e, come accade da quasi due secoli, percorrendo il viale. La prima processione risale al 14 maggio 1511, tre giorni dopo la prima apparizione della Madonna alla Zanenga nella vigna “situata oltre l’Orfea, Rivolo o Roggietta distante un miglio verso tramontana dal Castello”. Quella prima processione, aperta dal “Confalone di Maria Vergine del Consorzio”, partì dalla parrocchiale, ma, ovviamente, dovette seguire ben altro percorso. I fedeli, infatti, lasciarono il castello uscendo da porta Isso e, passando dal Ghiandone s’incamminarono lungo la vecchia strada che conduceva al Santuario. Ecco la cronaca di quella giornata come è descritta nel “Ragguaglio istorico del Santuario della Beata Vergine della Misericordia di Castelleone diocesi di Cremona di D. Clemente Fiammeno ecc.” (ristampa del 1811).

Cap. VIII – Come si andò alla Vigna in processione

Nel mercoledì seguente, giorno 14 di Maggio del 1511, giorno di lieta rimembranza per Castelleone, si fece una solenne processione generale di tutto il Clero secolare e regolare e di tutto il Popolo, che s’invio a quel Santo Luogo dell’Apparizione coll’ordine seguente: precedeva un Confalone di Maria Vergine del Consorzio posta nella nostra Parrocchiale, seguiva un infinito numero di donne accompagnate a due a due con un gran Crocefisso avanti, indi venivano dietro divotamente a due a due i Flagellanti o Battuti di S. Pietro Martire, cantando le Litanie di Maria Vergine. Poi tutti i Religiosi di S. Francesco detti Amedei del nostro Convento di Bressanore: a questi succedeva la gran Croce d’argento che era in somma venerazione. Poi venivano i Chierici, e venti Sacerdoti, con fiaccole accese in mano, e dietro a tutti D. Matteo da Ponte con un ricchissimo piviale. Dopo questi era condotta sopra una carretta deu propri Figli la muta e storpia Vedova attorniata dal Pretore e dai primarii Consiglieri di Castelleone, e da numerosissimo stuolo di Castelleonesi e forastieri, che con tutta compostezza, quiete e divozione recitando a bassa voce fervide preghiere accrescevano la pompa della sacra funzione. Giunta la processione al desiato luogo, le donne si ripartirono da una parte, e gli uomini dall’altra. In mezzo si schierarono i Frati, i Disciplinanti, i Consiglieri, il Clero. Domenica fu collocata presso a quel santo Tronco, che era stato l’altare della prodigiosa visione; e tutti genuflessi cogli occhi rivolti al Cielo, e col cuore computo stavano impazienti aspettando il compimento di celesti favori. Quand’ecco per la quarta volta comparve Maria Vergine a Domenica, e in un attimo risanandola, le comanda: “di alzarsi e uscir fuori dalla carretta, e d’intimare in  suo nome al popolo, che gridi tre volte Misericordia, digiuni tre giorni, si astenga dal lavoro dai Vesperi fino alla sera del Sabbato, e faccia edificare a suo onore la Chiesa. (...) 
Cantò poi la Messa solenne in musica D. Matteo da Ponte vice-Prevosto sopra l’altare già preparato (luogo proprio e vero, ove era apparsa Maria Vergine), e in fine della Messa fu cantato il Te Deum concludendo il Sacerdote coll’orazione Pro gratiarum actione. Quindi partì la processione di Preti, Frati e Battuti, e del popolo, cantandosi per la strada dai Consiglieri le Litanie, così pure partì tutta penetrata di sentimenti celesti Domenica co’ suoi figlj, che d’allora in poi fu sempre chiamata Domenica della Misericordia. Giacomo Arnolfo Notaro, Guerino Manfredo e D. Giacomo Zovene si fermarono in quel luogo a raccogliere le copiose Limosine de’ Divoti, e a scrivere le grazie e i miracoli di Maria. Arrivati tutti alla Parrocchiale di Castelleone si suonarono le campane e gli organi, si spararono mortari e spingarde, e si cantò in musica l’antifona Haec dies, quam fecit Dominus, exultemus et laetemur in ea, e datasi la Benedizione ognuno partì alle sue case con desiderio di vedere quanto prima edificata la nuova Chiesa, ove poter ogni giorno celebrare con più devoto culto le lodi di Maria. La suddetta Apparizione seguì al tempo di Papa Giulio II, di Massimiliano Imperatore austriaco, di Luigi XII re di Francia, e allora possessore dello Stato di Milano, e per conseguenza anche di Castelleone, di Girolamo Trevisano Vescovo di Cremona, di Bonaventura Chiesa nostro Podestà, di Lorenzo Albino e di Bernardino Rodiano nostri Ragionati, di Francesco Fiammeno e di Davide Boldrigaro nostri Consoli.

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