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lunedì 5 settembre 2011

Bartali, Coppi e la sfida di Guerrino ai giganti del pedale

Bartali davanti a Coppi in piazza Castello

La Germania nazista si prepara a sferrare l’attacco a San Pietroburgo, mentre nell’Africa Settentrionale è nuovamente Tobruk a finire sotto il fuoco dell’artiglieria pesante. Incurante dello spettrale incedere del conflitto, il trimotore di Goebbels atterra placidamente nei pressi del Lido di Venezia, consentendo al Ministro della Propaganda del Reich di partecipare alla mostra internazionale del cinema. Ad accompagnarlo c’è Alessandro Pavolini, da quasi due anni alla testa del Minculpop.
E’ il settembre del 1941. In un’Italia non ancora in ginocchio ma già sulla strada del declino si cerca di vivere una normalità ormai da tempo sfuggita di mano. Così è anche nel ciclismo. Dopo l’esito della Tre Valli Varesine favorevole a Fausto Coppi, suo “vice” alla Legnano, il capitano Gino Bartali prepara il riscatto sempre sulle strade lombarde. All’ombra dei grandi campioni stavolta pedala anche Guerrino Valesi. Il castelleonese dal mese di maggio compare nell’elenco dei promossi al rango di dilettanti scelti. Una successiva delibera della federazione nazionale del 12 agosto autorizza lui e gli altri giovani promettenti a correre al fianco dei più blasonati professionisti. La decisione, come si legge in una nota pubblicata sul quotidiano La Stampa del giorno successivo, è presa dalla Fci “in considerazione dell’attuale stato di emergenza”. In altre parole, con l’Italia ormai coinvolta a pieno titolo nelle operazioni belliche non resta che rivolgersi al solo bacino nazionale nel tentativo di allestire competizioni sportive di un certo livello. Fra i dilettanti scelti che da quel momento potranno sfidare i campionissimi ci sono anche Vito Ortelli, Alfredo Martini e i cremonesi Gino Cappelletti e Silvio Pedroni, questi ultimi “vecchi” compagni di squadra di Valesi nella Fantarelli.
Guerrino ha la sua grande occasione il 7 settembre. A Pavia si corre la seconda edizione della Coppa Pietro Marin. La gara, nata per iniziativa del fascio, è intitolata ad un ex ciclista caduto sul fronte africano. Bartali, capitano dei rossoverdi guidati dall’avocatt Pavesi, è il numero 9 nell’elenco degli iscritti; immediatamente dopo compaiono i nomi di Fausto Coppi da Castellania e Pierino Favalli da Zanengo, terzo uomo della Legnano. Quello di Valesi è invece riportato alla casella numero 62. La domenica, di buonora, prendono il via in 73. Il percorso, nella sua prima parte, non presenta asperità. Si dovranno attendere le colline già cantate da Plinio il Vecchio, adorne di vigneti e grappoli d’uva, per vedere il profilo altimetrico mutare in un’alternanza di rampe verticali da scalare e rapidi budelli da ridiscendere con il cuore in gola. Un profilo nervoso e impolverato, giusto ciò che serve a segnare il volto della gara. Bartali, che non vince dal "Lombardia" dell’anno precedente e sempre meno sopporta l’ingombrante convivenza con Coppi, pedala nelle prime posizioni del gruppo, poco disposto a concedere spazio agli avventurieri di giornata. Quando a Borgo San Siro Remo Cerasa inscena la prima fuga, il toscano manda subito il fido Favalli a seguirne le tracce. Con il cremonese escono dal gruppo anche Volpi, Godio e Gosi. Il quintetto pedala in armonia sino a Vigevano, quando Gosi molla la presa vittima di una foratura. La presenza di Favalli fra i fuggitivi rassicura Bartali, tanto che dietro l’andatura si addolcisce. Solo il giovane messinese Corrieri prova a ricucire, ma a Voghera il ritardo degli inseguitori è di 8 minuti. Valesi è con loro, al sicuro nella pancia del gruppo. Mangia polvere con la faccia di chi non vuol mollare un solo centimetro. Di lì a poco anche Godio vede il suo tubolare afflosciarsi e tira il freno. Volpi, visibilmente affaticato e alle prese con una gamba dolorante saluta la compagnia all’altezza di Varzi e prosegue a ritmo moderato. Favalli e Cerasa attaccano l’ascesa che conduce a Pietragavina in solitudine. Ma intanto, alle loro spalle, Bartali ha già dato ordine ai Legnano di scatenare la battaglia. Favalli scollina davanti a tutti, seguito come un’ombra da Cerasa. Guerrino tiene invece il passo dei campionissimi, che a Pietragavina giungono con 6 minuti di ritardo. Per il castelleonese sembra una giornata da incorniciare. A meno di 90 chilometri dal traguardo è ancora con Bartali e Coppi. Ma lungo la discesa buca per la prima volta. Accosta, cambia il tubolare, riparte. Il gruppo, però, viaggia ormai a velocità elevata rendendo impossibile il suo ricongiungimento. Anche Favalli è rallentato da una foratura. Cerasa riesce così a passare in testa sul Carmine. E’ a quel punto che entrano in scena Coppi e Bartali. L’Airone aziona le sue lunghe leve e piazza lo scatto in discesa; l’esperto capitano, che non ci sta a perdere ancora, aggancia la ruota e lo segue pennellando ogni curva. I due volano, mentre alle loro spalle i Bianchi cercano invano di organizzare l’inseguimento. Favalli è risucchiato in breve tempo, il sogno di Cerasa tramonta prima di Casteggio. Bartali e Coppi restano senza rivali, incrementano il loro vantaggio scalando d’un fiato le rampe che anticipano Canneto Pavese e planano come aquile sulla città. Non c’è sprint in piazza Castello: Bartali, il capitano, fa valere i propri gradi e si prende il successo. Coppi, leggermente ingobbito sul manubrio e con la sua consuenta smorfia dipinta sul volto, lo scorta al traguardo. Ricci chiude il podio anticipando, cinque minuti più tardi, Mollo e Cottur. Fra i comuni mortali è lui il vincitore. Altri cinque minuti e anche Guerrino Valesi dà l’ultimo colpo di pedale di una Coppa Marin corsa sulla distanza di 236 chilometri. E’ con ciò che rimane del gruppo, in ventitreesima posizione, quinto dei dilettanti scelti alle spalle di Motta, Giacometti, Lelli e Strukul. Chiude a testa alta nonostante due forature. Il 10 settembre il quotidiano il Littoriale scriverà: ““Giacometti, Lelli, Valesi hanno egualmente portato a termine la gara nella quale si sono distinti il seregnese Motta ed il sorianese Strukul. Tutti i dilettanti scelti che hanno preso parte alla Coppa Marin meritano dunque la prova d’appello”. Una rivincita che in realtà non ci sarà, perché il destino per Valesi ha scelto diversamente.

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